Cosa può offrire la danza all'imprenditoria?
di Stefania Zepponi
“Saper fare” e “Saper essere”. “Saper essere” migliora e potenzia il “saper fare”.
Questa è la sinergia che tiene insieme le “soft skills” con le competenze che si acquisiscono nei percorsi scolastici e formativi. Ormai nella compilazione dei curriculum così come nei colloqui di lavoro, oltre alle qualifiche professionali, ampio spazio viene riservato a quelle competenze trasversali, le life skills appunto, che permettono di lavorare bene in gruppo, di avere relazioni efficaci, di saper risolvere problemi improvvisi, di trovare soluzioni alternative, di sapersi organizzare al meglio, di saper gestire lo stress e le proprie emozioni.
Le pratiche teatrali, con la loro possibilità di astrarre e metaforizzare, sono entrate nelle aziende fornendo validi strumenti per implementare queste capacità, aiutando ad affrontare in maniera creativa le problematiche presenti, per aumentare la consapevolezza delle persone e migliorare l’ambiente lavorativo; e sappiamo come tutto ciò incida sull’aumento della produttività.
Per quello che riguarda la danza non troviamo altrettanti esempi, anzi forse nessuno. Da una parte perchè questa arte è purtroppo vittima di stereotipi che la legano in maniera limitante ad abilità tecniche e ad una estetica della forma; dall’altra perchè il corpo nella nostra società ha perso sempre più il suo senso di medium del mondo, diventando quasi un peso che ci trasciniamo appresso e di cui non sappiamo bene che fare. Nei progetti che ci hanno portato nelle scuole e nelle università, questo scollamento tra “corpo” e “persona” o per usare i termini tedeschi “Körper” e “Leib”, è stato evidentissimo. Parliamo di progetti che intendono implementare le soft skills tramite percorsi artistici tra cui appunto la danza, in una sperimentazione che ci aperto molti canali di riflessione.
Un danzatore, sia esso professionista o amatore, esercita nella sua pratica, senza accorgersene, tantissime skills cognitive e sociali, un coreografo dove andrebbe senza skills organizzative e manageriali? La sperimentazione consiste allora nell’individuare in prima istanza “cosa allena cosa”, quali esercizi sono meglio mirati a riconoscere e potenziare determinate skills; in seconda istanza a formulare una didattica che utilizzi la danza come strumento, senza per questo snaturarla. E’ come osservare la danza da un altro punto di vista, non più nella sua accezione estetica e performativa ma come pratica che ci fornisce una cassetta degli attrezzi pronta ad essere usata in tutti gli ambiti della nostra vita.
Il corpo è con noi sempre, in ogni istante ci permette di misurarci e di misurare il mondo; ritornare a questa dimensione fisica, non esaurita nella pratica sportiva ma arricchita dalla parte creativa che la danza in quanto arte garantisce, collega il benessere fisico a quello mentale ed emozionale spingendo verso un tipo di atteggiamento utile a se stessi in quanto individui e come parte di un intero gruppo.