PENSIERI SPARSI

laboratorio di Alessandra Sini

Un entusiasmante lavoro che ha rivelato possibilità corporee nuove, distruggendo inizialmente il sapere e modalità proprie per trovare l’altro, al di fuori del quotidiano e consueto, l’altrove da se stesso, che ti porta dentro emozioni di intensità forti e sconosciute; spingendoti a trovare soluzioni inaspettate per il tuo corpo che sfociano in tanti minuscole particelle di consapevolezza da immagazzinare e coltivare. Tutte le singole parti del corpo sono state indagate e sperimentate autonomamente per essere poi ricondotte ad un'unica fluidità con intensità e masse ogni volta differenti.
simona binci


Lasciare le proprie certezze corporee che hanno imprigionato delle possibilità. Aprire invece spazi nuovi in cui i propri limiti portano a strade instabili da smontare e ricostruire per liberare e trasportare energia e per arrivare ad una profonda consapevolezza corporea. Questi 3 giorni di stage con Alessandra mi hanno lasciato un'impronta che spero di poter approfondire e consolidare. Grazie
laura de lutiis


Parti divise del corpo collegate dall'elastico...il centro che galleggia... Solo un paio delle tante immagini che continueranno a girarmi in testa. Metafore chiare ed immediate da capire con la testa, così che poi il corpo possa prendersi il tempo per elaborarle e trasformarle in nuove dinamiche. Tilt, a volte, per costringermi ad uscire dal movimento abituale e gettarmi nel nuovo. Stimolo e curiosità. Un grazie ad Alessandra!
chiara caimmi
Scrivo subito per il timore che poi tempo modo senso non riesca più a trovarlo ma con la consapevolezza che subito può somigliare a quella danza libera” di cui si parlava… Ho usato la parola consapevolezza? Forse non poteva essere altrimenti... Per me davvero interessante, utile e significativo il panorama immaginario che Alessandra ci forniva per renderci visivo il corpo… siamo stati un battuto per il soffritto, un mocio lavapavimenti, un polipo e tante altre cose ancora. Le parole sono state sempre un contributo eccezionale anche per avvicinare la danza ad un senso più normale, vissuto, personale della vita di ognuno e per riportare la danza al nostro vivere normale. Il primo giorno, non sapendo che poi di parole ce ne sarebbero state tante altre, mi ero soffermata sul concetto che il corpo deve assorbire e mano a mano si deve convincere per poi praticare altro. Il convincere mi sembra strettamente legato alla fiducia che il nostro corpo deve avere in noi e quindi al rispetto che gli dobbiamo, alla cura che si merita per tutta la potenza che può avere. L’attenzione che Alessandra ha messo in ogni sguardo al nostro lavoro credo che sia frutto di una sensibilità incredibile nel cogliere di ognuno quella cosa che era proprio quella, ma forse anche per quello di cui sopra. Per me è sempre emozionante ritrovare le persone l’atmosfera la condivisione e quella parte di me. Mi è sembrato di muovermi… e non so se è stata una sensazione perché ormai sono abbastanza ferma e quindi anche quando muovo quello che nella storia di sabrina danzatrice ho sempre mosso mi sembra che riesco a muovere e sentire parti oscure e sconosciute dormienti da 40 anni di onesta non professione o se davvero lo scegliere di fare un seminario nasce proprio da un’esigenza da un desiderio che poi riesce a farmi muovere…
sabrina ferini
laboratorio con Michela Lucenti
Non essendo una danzatrice, ho comunque apprezzato il lungo riscaldamento, soprattutto la parte da svolgere in coppia. L'essere nelle mani dell'altro, l'affidarsi, senza domandarsi dove ci porterà, ha dato risultati, emotivi e non, entusiasmanti. Così le piccole sequenze a due e a tre sono venute come un gioco, un atto liberatorio di slanci ed echi.
caterina grisanti
Corpi che danzano insieme alla ricerca di un rapporto che parte dal contatto fisico, attraversando l'esplorazione dell'altro, per seguire il suo movimento e sentire la relazione che l'altro riporta al di fuori di te e allo stesso in tempo in te, dentro sentimenti di unione, empatia, di intesa che si crea liberamente, grazie alla percezione reciproca, nel fluire del movimento, nella condivisione e nell'inevitabile confronto/scontro. La dimensione del lavoro viene spostata dall'usuale individualismo verso un collettivo che ha generato calore umano e nuovi stimoli. Difficoltà inevitabili sono venute a galla inizialmente, nella prospettiva di lavoro a coppia che personalmente mi ha spinto e costretto a dovermi relazionare con un altro corpo, a trovare una sintonia non scontata, e ad interrogarmi sul cosa e chi non funziona nella relazione, indagando e scavando sulle mie barriere intime e falsamente nascoste, e i blocchi momentanei, l'introversione e la sfiducia della mia personalità. Un viaggio all'interno meravigliosamente riuscito, dal quale sono emersi lati nascosti e possibilità non sperimentate che lasciano in sospeso tanti interrogativi accanto a tanta soddisfazione finale.
simona binci
Trascorso un arco di tempo sufficientemente lungo i dolori delle fatiche condensate in poche ore sono stati assorbiti da un complice corpo. Un corpo, il mio, non allenato e una mente non così elastica da poter entrare immediatamente in delle richieste distanti dal lavoro che per anni ho seguito o tentato di seguire in una ricerca guidata sensibilmente. Rimane sempre per me il piacere di entrare in relazione con delle persone, o meglio mi piace la relazione corporea con le persone più di quella intellettuale, ma non ho un immediatezza per capire, contattare, giocare con un altro corpo. Capisco la difficoltà del tempo, ma preferisco assaporare in un arco di tempo che conosco tutti i piatti possibili piuttosto che abbuffarmi di un unico piatto…la delusione, derivante probabilmente più dall’aspettativa, di non aver approfondito la parte vocale.
sabrina ferini
Finalmente uno spettacolo di vero teatro danza contemporaneo, che per teatro danza non intenda prima la recita poi il balletto – quello si chiama musical- ma un linguaggio dove, anche se separati nel tempo, danza e recitazione si integrano e giustificano a vicenda mantenendo anzi rafforzando la coerenza tra forma e contenuto. Nelle due performances recitazione e parlato introducono la danza che a sua volta completa e da forma intuitiva e essenziale a quello che il razionale linguaggio della parola ci aveva anticipato. Altra nota di merito alla compagnia è di saper restituire spaccati di assoluta realtà e drammaticità mantenendo l’accento su una vitalità grottesca ma autentica, quasi ferina che evita lo sprofondare dell’opera nel dramma e nel pessimismo tanto comune a progetti artistici che vogliono raccontare criticamente i tempi moderni.
pamela ventura - spettatrice
laboratorio con Giovanna Velardi
Dinamismo e virtuosismo....queste due parole riassumono veramente bene quello che è stato lo stage con Giovanna. Il primo giorno mi sono trovata immersa in un vortice di impulsi dinamici di energia che a stento riuscivo a prendere, anche perchè ero sempre incantata dal movimento di Giovanna, fluido, imprevedibile ma cosciente. Nella seconda giornata mi sono fidata dei suoi suggerimenti e di quello che il mio corpo iniziava a riconoscere e senza accorgermi mi ci sono trovata dentro....che bella sorpresa poi quando tutto iniziava a scorrere .....fine del terzo giorno!!!! Cosa dire di Giovanna .......meravigliosamente capace d'interpretare e dare nuova forma ad ogni minima parte del suo corpo in un ritmo travolgente.......grazie!!!!!!!!
laura de lutiis
Molto interessante! un lavoro semplice, pulito e poetico frutto di un lungo studio iniziato 10 fa che nella precisione del movimento improvvisato rivela tutta la padronanza di un corpo che ha "studiato". E ancora, aria di Francia che si mescola alla tradizione siciliana perché, infondo, Marsiglia è come Palermo, e la vita non è che il furore di un clown, un giro di "carica" che si spegne inesorabilmente come ci ricorda il pupazzetto che chiude lo spettacolo in un silenzio presago di generosi applausi.
plateaviva AMAT
E' stato un piacere lavorare tre giorni con Giovanna, con la sua "vulcanica energia" (...non per niente è siciliana) mi ha fatto capire che cosa è la leggerezza delle parti, l'intenzione del movimento, l'energia del corpo, attraverso le molteplici esperienze corporee, le improvvisazioni, le sensazioni, le immagini, il ritmo. Tutto ciò mi ha arricchita tanto e mi ha lasciato la voglia di ritrovarla ancora per inondarmi di nuove esperienze e rivedere con piacere il suo corpo che danza con tanta naturalezza.
eva scalseggi
Se chiudo gli occhi ho ben chiaro cosa fare ma poi nel provare rimango aggrappata al mio corpo, non mi sento ancora libera di andare ma solo di provare...bello scoprire che ci possiamo dividere in tanti pezzetti e poi ricomporci come in un puzzle, anche se separati comunque comunicanti e ricettivi. Lei con la sua armoniosa disarticolazione m'ha ipnotizzata e disorientata; un linguaggio corporeo che arriva a tutti, che ci fa' sorridere e respirare.
silvia manoni

 

 

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