H2H

La macchina svetta, alta troneggia sulle nequizie umane.
Crea suono, suono stridente del ferro che incontra il ferro, suono possente quando è percossa, suono di campane, suono di tamburi di guerra, il cigolio del treno, il martello pneumatico, i mille rumori di una città che si muove, di una fabbrica che lavora, della nostra mente che pensa. Pensa e ricorda.
Crea movimento, pensieri, idee. Genera luoghi nati da intimità diverse, che sembra costringano e limitino le profonde filosofie che vi si perdono, luoghi dove tutto s’incontra, si riconosce e si vive, che possiedono la forza generata dalla macchina, durano un non tempo e ci appartengono per quanto è necessario.
Ruotando dà l’incipit del fare, lo mantiene nel suo perpetuum di motore immobile; nel movimento incontra i corpi portatori di segni, segni di umanità carichi di umanità.
Contiene in sé ed estromette da sé “pezzi”, pezzi di ferro che nel lavoro costante dell’uomo comporranno uno spazio: la macchina ha creato ILE, l’Uomo ha creato ILE. Lo spazio si rarefà, costretto nel perimetro di un quadrato che contiene in sé la perfezione e la finitezza del tutto concluso. ILE la scultura, movimento del corpo e della mente. Incontra la danza e si muta in luogo di visioni corporee. Il metallo diventa appoggio, delimitatore di confini, creatore di spazi che i corpi abitano e modificano; viene generata una spazialità “altra” legata all’atto poetico che dall’immaginario trae sogni lanciati in movimenti di energia pura.

movimenti
Stefania Zepponi - Alessandro Bastianelli
em>

suono
Fabrizio Panegin

sculture
Alessandro Bastianelli

disegno luci
Marrico Rocchi

 

 

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