BIAGIO CARAVANO


Workshop
Park_secondo appuntamento
Al centro della ricerca corporea di MK c'è lo sviluppo ritmico dell'azione. Il programma del laboratorio è basato innanzitutto sulla valorizzazione della ricchezza dinamica dell'azione, a partire dalla quale è possibile ridisegnare le linee energetiche per l'esplorazione dell'ambiente esterno. La danza introduce una qualità percettiva amplificata, che trova la sua funzione in un corpo duttile, mobilissimo, estremamente attento al suo rapporto con altri corpi e aperto al cambiamento costante. La materia corporea è vissuta come un insieme complesso di pesi – visioni – disequilibri che via via affrontano esperienze coreografiche sempre più ampie, legate al tempo e al suono, ma soprattutto alla loro negoziazione. E' proprio la ricerca e la comprensione di una siffatta relazione tra i partecipanti a mettere tutti in condizione di danzare e di costruire un corpo proiettato verso l'esterno.

Il progetto per la performance finale parte da un'idea di consumo, di attacco, di azione, di spostamento. Si muove attraverso una dislocazione ritmo/fisica/spaziale che si associa ad un panorama urbano ma che ne prende le distanze in termini di risultato e che avanza in termini di azione e sovrapposizione che si dissolve velocemente x ridefinire un altro spazio in un altro luogo e in un altro tempo, creando un habitat che diventa luogo di apprendimento e adattamento attraverso una complessità anatomica. Si prendono le distanze da tutto ciò che il paesaggio urbano tende a stabilizzare x avanzare zoppicando in un balbettio. E' a partire dall'azione che si costruisce e definisce uno spazio e lo si complica; ne definisce il progetto e predefinisce una progettualità. Il luogo scelto, lo spostamento, diventa l'azione stessa; l'azione diventa gesto intenzionale che crea una relazione precaria tra il performer, il luogo e lo spettatore in un indagine esplorativa attraverso un processo di apprendimento x tradurre e rimandare l'informazione.

 

Performance
4 danze coloniali viste da vicino MK
Fuori dal tragitto esotico che le contiene (lo spettacolo" Il giro del mondo in 80 giorni"), queste danze possono installarsi precariamente nell'Ovunque, perchè il loro oggetto è la negoziazione, l'evoluzione precaria di una condizione locale verso territori non ancora assegnati; l'emergere della realtà del movimento come lavorio costante di traduzione di sé nel circostante. Così si decide di danzare per valutare ogni anfratto. Lo spazio è misurato e attraversato da indagini coreografiche in bilico tra paesaggio puro, questioni legate al trasporto e ricostruzione tormentata dell'esotico. La valutazione della distanza, con tutte le implicazioni del caso, è il denominatore comune dei diversi approcci al movimento e alla rappresentazione. Con questo lavoro mk continua a sperimentare una forma-tragitto di rappresentazione, permeabile al cambiamento costante, in una dimensione coreografica pura. Le danze coloniali, così come il progetto su "Il giro del mondo in 80 giorni" dal quale prendono le mosse, vogliono operare nella costruzione di uno spazio reale dove mettere in potenza, il più possibile, episodi di indagine sull'incontro e la distanza tra i corpi, partendo dall'assunto che ciò che è distante è "sempre vicino a qualcos'altro".

"Nell'esercizio di una retorica coloniale abbiamo trovato un territorio di scavo sufficientemente ambiguo e problematico da permetterci di esercitare la negoziazione delle differenze in un corpo unico, costituito da progettualità contrastanti. In questo vedo anche l'attrazione verso forme "creolizzate" di percorso, luoghi dello scambio dove l'attenzione non è più centrata sull'origine ma sulla destinazione, con diverse conseguenze, la più significativa delle quali mi pare essere la fuga dal design coreografico in funzione di tragitti instabili di emersione del corpo, come se appunto la presenza fosse una faccenda di continua reinstallazione nel precario, sempre condizionato da ciò che è accanto o di fronte. La realtà può essere affittata per fare un ulteriore passo avanti nell'incerto."


Michele Di Stefano | MK è una formazione indipendente che si occupa di performance, coreografia e ricerca sonora. Il progetto del gruppo si è sviluppato a partire dal 1999 attraversando i più importanti festival della nuova scena con un lavoro di indagine corporea autodidatta, proiettato in ambito internazionale.

Al termine dello spettacolo incontro con il pubblico moderato da Gloria de Angeli, laureata in Scienze della Comunicazione - indirizzo spettacolo, presso l'Università degli Studi "Carlo Bo" di Urbino, dottoranda in DisciplineTeatrali – percorso danza, presso l'Università di Bologna.

Danzatore, performer e musicista.
Ha approfondito molti aspetti della ricerca corporea in relazione al suono.
Formatosi come musicista con il gruppo musicale Sound Box a fine anni '80 effettua tour in Italia, ex Unione sovietica e Gran Bretagna.
A partire dal 1990 si dedica allo studio della tromba ed all' elettronica, componendo musica e ambienti sonori per il teatro e la danza. Attualmente svolge attività di concerto in Italia.
E' inoltre uno dei fondatori del gruppo MK, formazione di punta della ricerca coreografica contemporanea invitata nelle rassegne più innovative in ambito di nuova danza in Italia e all'estero. Collabora alla realizzazione di workshop, ateliers e laboratori coreografici.

 

 

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